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domenica 25 dicembre 2011

Buon Di Natale

Per il Natale del blog lo chef propone due percorsi gastronomici diversi, uno più classico legato alla tradizione, e l'altro più Viola legato e imbavagliato alla passione. Cappelletti in brodo, o in alternativa cappellate in Broduc come piatto d'ingresso. Subito dopo un gran vassoio di bolliti misti, che invece accomuna entrambi, ma con salse diverse che accompagnano, separandolo, il gusto della scelta. La mostarda, che nel primo sarà di verdure, lascerà il posto a una gratin di finocchi nell'altro, finocchi, come gli avversari, che non è possibile che vincano tutti i rimpalli e poi non c'è mai uno al limite dell'aria di rigore a raccogliere la respinta mentre gli altri ci cannoneggiano ad ogni ribattuta. Alla mostarda di verdure si può sostituire quella di frutta, che è ottima come istantanea dei "nostri", che sembrerebbero persino andati oltre, fino al caffè. Un rapido viaggio tra i bolliti ci porterà a scoprire il cappone, che nel menù numero due si esalta fino a dentro lo spogliatoio, perché quello che comanda al suo interno, il boss insomma, è chiamato appunto Al Cappone per la sua personalità da leader indiscusso. Testina, scaramella, che la scarta Pasqual pensando a un Ferrero Rocher mentre l'avversario va in porta, tenerone, lingua e coda, perché più tenerone di Gamberini non c'è nessuno, ai voglia a farti crescere la barba, tanto Denis non ci crede e ti frega lo stesso. La coda è quella della classifica, e la lingua è quella di fuori di Kharja sempre più stressato a rincorrere treni. Il cotechino poi, non può essere che Vargas, che Fini ha scelto come testimonial per combattere lo strapotere di Giovanni Rana. Con Corvino che sprizza Salento da tutti i porri, Negramaro abbestia, come il boccone 2011. Tiramisù, lo so che è scontato, sennò venite a scrivere voi, e a desso passiamo agli auguri. Che Vargas abbandoni la forma a bottiglia d'Oro Pilla e che arrivi almeno Pinilla. Conoscendo i rischi di un dimagrimento troppo repentino, possiamo concedergli di assumere la forma della bottiglia del verdicchio Fazi Battaglia, che comunque mantiene sempre una certa spanciatura. Che Montolivo si porti via la Claudia, e che la Fiorentina per festeggiare si tolga la Mazda dalla maglia e ci metta la Magda. Che Babacar non se la prenda se non conosce la Magda come auto, tanto lui può vendere tutte le marche che vuole con quel cognome. Che Behrami pensi, a chi come me i capelli non ce l'ha più, prima di conciarsi a quella maniera. Che l'immobiliarista Cerci tra un acquisizione e l'altra non sposi Anna Falchi. Che qualcuno non pensi che il panettone che hanno sfilato a Malesani cinque minuti prima di aprirlo sia opera di Vargas, che questa volta non c'entra niente. E' stato Frey. Che, che,che e allora anche Che Guevara per ricordare il povero Socrates e l'eskimo di mille trasferte. E' Natale e non è il momento di farsi prendere troppo dalla nostalgia canaglia, anche perché c'è sempre un Chinaglia latitante che potrebbe venire a sedersi la dove Vittorione, tronfio, salutava il popolo. Latitante come il bel gioco, dal giorno in cui Ovrebo lo mise in fuorigioco. The show must go on. Buon Natale, anche da Rita e Tommaso.