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giovedì 1 novembre 2012

Genova per noi

Pur non essendo Jerry Scotti e senza alcun gomitolo della mitologia greca da srotolare, ho fatto colazione con la torta di mele, usata come filo conduttore tra il post di ieri e quello di oggi. Per non dimenticare quel gran bel culo ma neanche il ritorno di Antoine, che però ancora non si sa se sia stata proprio una vera fortuna per il blog. Fosse solo che in San Frediano quando si vuole esagerare lo si fa col lampredotto, è sembrata quindi più una provocazione che altro quella di parlare degli azuki verdi, oltretutto in una piazza storicamente di “parte bianca”, la cosa non è stata presa troppo bene, è sembrata una smargiassata. Del suo ritorno, in Piazza del Tiratoio hanno salvato solo la classe dimostrata nella scelta dell’infuso di melograno che è una risposta garbata ma decisa, di disinteresse verso mele femminili. Intanto, nella torrenziale giornata di campionato, coerenza vuole che debba mettere in evidenza il gran gol di La Mela, ma anche l’ennesimo treno perso dalla Roma, mentre invece erano riusciti benissimo a far fermare il Freccia Rossa a Parma, grazie si dice ad un accordo tutto all’italiana con Trenitalia, che non teneva conto però dei diritti dei passeggeri ignari, forse solo perché ignoti. Quaranta minuti sottratti alle loro vite solo per far scendere i giocatori, come a noi lo scudetto dell’ottantadue per farci scendere da un sogno che era quasi realtà,. E mentre il treno dell’ Inter e della Juve non conosce fermate, dietro è stato steso un gran bel tappeto rosso alla Fiorentina, rosso come la mela di Cenerentola, una partita quella di stasera che se non sarà avvelenata come ci auguriamo potrebbe per la prima volta far pronunciare a quel gran paraculo di Montella parole importanti del tipo “mela godo”. Turnover o no metterei la parola game over alle perplessità di rendimento della squadra in trasferta, vincendo e mandando così in tilt tutte le paure di trovarsi davanti a una squadra che va a due velocità. Intanto Jordan non è in Brasile, non è in Malesia ma bensì a Casablanca proprio per esorcizzare il fattore campo, anche se qualcuno più malizioso potrà pensare a un viaggio d’affari intimi. E’ arrivato l’inverno, l’Italia è sferzata da venti e piogge, le giornate sono più corte come certe protuberanze di chi è passato da Casablanca, operazione legale per carità come l’ora legale che ci ha sottratto un’ora di luce, e per combattere il freddo che si abbatte nelle case di uomini in ciabatte, vorrei virtualmente premere il bottone di una mega caldaia centralizzata per tutto il Paese e accendere così il riscaldamento. Il titolo che ho scelto è per ricordare Paolo Conte che ho visto inserito nelle vostre classifiche di gradimento, ma anche per constatare che manca quel gran poeta di Vinicio Capossela, la foto invece tiene conto appunto proprio del grande potere degli amministratori di condominio che hanno dato il via agli impianti, ma anche il fatto che è arrivata finalmente l’ora di spararci questi tre punti i trasferta.