Per allontanare definitivamente la paura dei sinistri raffronti con le squadre che prima di noi hanno percorso i sentieri tortuosi della crisi fino a cadere nel crepaccio della sede inferiore, si insomma visto che c'è sempre qualcuno pronto a ricordarci che la Samp è andata in serie B e che siamo avviati sulla stessa brutta china, rispondiamo con la convinzione di chi invece crede di non ripercorrere affatto la stessa strada di quel fallimento, così tanto, che per dar forza a quella convinzione la squadra ha lasciato in anticipo Viareggio per andare là dove l'incubo blucerchiato ebbe incubazione, si proprio a Bogliasco a casa di quella Samp che i menagrami ricordano ad ogni piè sospinto. Forse è proprio per esorcizzare quel pericolo che andiamo sulla scena del delitto a preparare la partita, e guarda caso grazie al fatto che la Samp giocando in serie B di sabato e per combinazione in trasferta ha il centro sportivo bello libero da metterci a disposizione. Non passiamo però dal Banfi Chianti al Banfi Lino per scivolare nel tritello della iattura di “occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”, anche se Delio Rossi ricorda molto Braccio di Ferro che sembra essere lo stesso oggi stilizzato con la pipetta in bocca proprio nel logo della Sampdoria, ma no dai, non cadiamo nella sottocultura della scaramanzia, anche perché loro avevano la miseria di un solo Cassano mentre noi oggi navighiamo nell'abbondanza di Cassani, e anche il fatto di aver entrambi venduto il centravanti a gennaio è solo una semplice coincidenza, anche e soprattutto perché noi ne abbiamo ingaggiato un altro dal cognome che ricorda la dolcezza di un finale a lieto fine, molto diverso da quello invece amauro doriano. Perché farsi prendere a martellate l'ottimismo scadendo in questo gioco che ricorda tanto Tafazi, e non a caso Tafazio è tifoso della Samp prima ancora di essere un conduttore televisivo, dovremmo invece analizzare la situazione con più lucidità perché è inutile elencare similitudini cercate con il lanternino se non addirittura pescate nello stesso mare del disfattismo, come per esempio quando si sostiene il teorema ittico che puzza dalla testa di chi lo ha elaborato, e che si basa solo sul fatto che il loro capitano era un Palombo e il nostro tanti Gamberini. Siamo seri via, si è arrivati addirittura a temere il maleficio dello stesso destino per declinazione, ovvero da noi perché il labaro Viola garrisce e da loro perché Garrone, la Erg che alimenta la Mazda, la pasta al pesto da una parte e la pista posta in obliquo dall'altra nell'eterna diatriba per l'ampliamento dell'aeroporto. Ma ora basta perché se è vero che possiamo andare a fare delle forzature per cercare a tutti i costi di fertilizzare con il pessimismo una serra dove invece io coltivo una più sana visione biologica del futuro, è anche vero che siamo comunque preparati a rispondere con carattere alle difficoltà, perché abbiamo cominciato la stagione con un allenatore che prendeva a pedate nel culo i giocatori, poi una pedata nel culo l'hanno data a lui e il testimone è passato ai giocatori nella persona di Cerci che ha cominciato a prendere a pedate nel culo gli avversari, adesso il testimone passa a noi tifosi e io tanto per cominciare comincio a prendere a calci in culo la paura.